La frattura della cavità orbitaria, che funge da contenimento e protezione dell’occhio, è uno dei traumi più frequenti del massiccio facciale dopo quelle dello zigomo, della mandibola e del naso. Può verificarsi a seguito di un danno diretto come una caduta accidentale, un incidente od a seguito di un episodio di colluttazione. È proprio la sua posizione nel viso e la fragilità dell’orbita oculare stessa a renderla così delicata.

Le fratture dell’orbita più frequenti e comuni sono quelle che coinvolgono la parete inferiore (pavimento dell’orbita) o la parete mediale nei pressi della regione del naso. In tali fratture, inoltre, possono essere coinvolte altre strutture: la muscolatura oculare (muscolo retto ed obliquo inferiore), il globo oculare, il nervo ottico ed infraorbitario, l’arteria e la vena oftalmica.

La chirurgia maxillo-facciale ti aiuta a risolvere qualsiasi problema legato alle fratture della cavità orbitaria con le sue modalità di intervento volte a ripristinare l’anatomia, il volume e la mobilità dei suoi muscoli.

I sintomi

  • Gonfiore (edemi) ed ecchimosi delle palpebre
  • Ridotta sensibilità cutanea della guancia, dell’ala nasale, del labbro e delle gengive dell’arcata dentaria superiori
  • Alterazioni della motilità oculare
  • Infossamento anomalo del bulbo oculare (enoftalmo o esoftalmo)
  • Visione sdoppiata in una o tutte le direzioni dello sguardo (diplopia)
  • Nei casi più gravi, perdita parziale o completa della vista

Le fasi dell’intervento frattura dell’orbita

La diagnosi

Dedico molto tempo ed attenzione a questa fase perché è cruciale per determinare il giusto trattamento. Partendo da un esame obiettivo se sospetto una frattura orbitale procedo con una tomografia computerizzata (TC) del massiccio facciale con ricostruzioni tridimensionali utili per evidenziare le fratture e le possibili conseguenze a distanza del tempo, gli accumuli di sangue e il tessuto dislocato o intrappolato.
Per le potenziali implicazioni sulla vista, eseguo sempre un esame oculare completo su entrambi gli occhi per accertare l’assenza di altre lesioni.

L’intervento

Procedo con la riparazione chirurgica nei casi in cui i muscoli o i tessuti molli dell’orbita sono intrappolati e la visione è doppia, in presenza di frattura di grandi dimensioni o di bulbo oculare infossato. L’intervento si esegue in anestesia generale e va effettuato entro e non oltre i 15-20 giorni dalla frattura. La durata varia a seconda della complessità della frattura, ma in genere è compresa tra 40 minuti ed 1 ora. Durante l’intervento pratico incisioni mini-invasive, che possono essere nascoste a livello dell’interno della palpebra o al suo esterno, in corrispondenza della stessa incisione praticata per la blefaroplastica inferiore a scopo estetico. Per stabilizzare le parti rotte e facilitare la guarigione utilizzo materiali di sintesi in titanio, piccole placche di titanio che fungeranno da sostegno all’osso mancante.

Post intervento

Il ricovero può durare da 1-2 giorni durante i quali possono comparire ecchimosi, gonfiori ed una leggera diplopia che nella maggior parte dei casi andrà rapidamente migliorando nel corso dei giorni successivi. Post intervento prescrivo una profilassi antibiotica per limitare il rischio di infezioni ed una terapia analgesica per contrastare il dolore. La fase post-operatoria prevede l’astensione dall’attività sportiva, dall’esposizione al sole e dal soffiarsi il naso per almeno 20/30 giorni per evitare pressioni (dell’aria) sulle zone orbitarie ricostruite, che interferirebbero nella corretta calcificazione ossea.

Possibili complicanze

Il successo della procedura chirurgica risiede nell’alta esperienza e manualità del chirurgo maxillo-facciale nel saper gestire in maniera ottimale le possibili ed eventuali complicanze. La chirurgia delle fratture dell’orbita non ne è scevra ed alcune possono essere molto serie come cecità, infezione o estrusione dell’impianto, dilatazione della pupilla persistente (midriasi), peggioramento o persistenza della visione sdoppiata. Pertanto i benefici dell’intervento chirurgico devono controbilanciare i rischi chirurgici.
Altre complicanze possono essere di carattere generale, comuni a tutti gli interventi chirurgici come emorragie, infezioni, reazioni indesiderate all’anestesia.

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