Tumore delle ghiandole salivari
I tumori delle ghiandole salivari maggiori (parotidi sotto linguali e sotto mandibolari), gli organi deputati alla produzione di saliva, non sono piuttosto rari con un’incidenza del 7%-8% rispetto all’insieme dei tumori del distretto testa-collo. Anche se possono insorgere a qualsiasi età sono più frequenti sopra i 40 anni. Nella maggior parte dei casi sono benigni, ma con diverse incidenze a seconda della sede di insorgenza del tumore. Infatti, il 75% dei tumori situati nelle ghiandole parotidi, sede maggiormente colpita, sono benigni mentre più del 50% dei tumori delle ghiandole sottomandibolari e addirittura più dell’80% dei tumori delle ghiandole salivari minori sono maligni.
Il segno clinico che viene riscontrato più frequentemente è l’aumento di volume della ghiandola.
A differenza del tumore della bocca e della cavità orale non esiste una strategia di prevenzione efficace, ma alcuni fattori di rischio possono contribuire alla sua insorgenza. Pertanto l’unico trattamento possibile è di tipo chirurgico.
La chirurgia maxillo facciale gioca un ruolo chiave nella diagnosi, trattamento e cura dei tumori delle ghiandole salivari grazie alla perfetta conoscenza di queste aree anatomiche ed alla padronanza di tecniche chirurgiche volte a rimuovere e ricostruire la zona colpita dal tumore ripristinando funzionalità ed estetica.
Gianpaolo Tartaro – Chirurgo Maxillo-Facciale
Da oltre venticinque pratico con passione e dedizione la chirurgia maxillo-facciale. L’esperienza maturata in ambito universitario ed ospedaliero nella mia città natale, Napoli, come Direttore della Scuola di specializzazione in Chirurgia Maxillo Facciale dell’Università della Campania e Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Chirurgia Maxillo Facciale presso l’Università degli Studi Luigi Vanvitelli, mi ha consentito di affinare la mia manualità, di approcciare tecniche chirurgiche innovative, di acquisire destrezza nel comprendere e gestire le complicanze senza mai tralasciare l’importanza d’instaurare sempre un rapporto umano e di fiducia con il paziente.
Sintomi del tumore delle ghiandole salivari
- Noduli indolenti a lento accrescimento
- Massa o dolore al volto, collo o bocca
- Difficoltà nella deglutizione
- Asimettrie visibili nella forma e dimensioni nel volto, collo e bocca
- Alterazione della sensibilità degli arti (parestesia)
- Deficit del nervo facciale con conseguente impatto sui movimenti dei muscoli del viso
- Difficolta nella mimica facciale
- Difficolta nell’apertura e chiusura della bocca
Fattori di rischio che possono determinare il tumore delle ghiandole salivari
- Esposizione a radiazioni
- Esposizione a polveri di metalli, minerali, sostanze radioattive
- Infezione da virus Epstein-Barr
- Pregresso tumore benigno della stessa regione
- Alterazioni genetiche (monosomia, polisomia)
- Carenza di vitamina A e C
Come diagnostico un tumore delle ghiandole salivari
Partendo da un esame obiettivo del distretto testa-collo, ispeziono ed analizzo eventuali masse di nuova formazione o la presenza di noduli. In caso sospetto un tumore delle ghiandole salivari richiedo un esame ecografico che mi permette di delineare la localizzazione, la vascolarizzazione e i margini del tumore stesso, ma anche di guidarmi al prelievo di un campione di cellule sospette (biopsia) mediante ago aspirato. La biopsia è infatti l’unico esame che permette di stabilire la presenza di un tumore e determinare la strategia terapeutica.
Qualora presente, procedo con effettuare esami di diagnostica per immagini per stabilire l’estensione (stadio) e l’eventuale diffusione alle strutture adiacenti e ai linfonodi del collo (metastasi) avvalendomi di ulteriori esami diagnostici quali la risonanza magnetica nucleare (RMN) e la TC con e senza mezzo di contrasto.
Al termine di questi esami sono in grado di definire l’entità del tumore per grandezza e capacità di diffusione in base a 4 stadi:
- Numero I – identifica i tumori meno gravi, confinati in una sede ben precisa
- Numero II e III – tumori di gravità intermedia
- Numero IV – tumori più severi, diffusi nei linfonodi e negli altri organi del corpo (in genere il fegato).
Come intervengo in caso di tumore delle ghiandole salivari
ll trattamento di elezione è l’asportazione chirurgica che differisce a seconda della ghiandola interessata.
Se presente un tumore benigno localizzato nella parotide, l’area più frequentemente colpita, lo rimuovo insieme ad una certa quota di ghiandola salivare circostante. Poiché l’intervento è molto delicato, presto molta attenzione a non compromettere la funzionalità del nervo facciale, a cui è collegato, che influirebbe sulla muscolatura e mimica facciale. Per non compromettete l’estetica del volto mi avvalgo inoltre di tecniche che consentono di avere cicatrici invisibili e di minimizzare eventuali infossamenti: di solito pratico l’incisione chiamata in gergo medico “lifting” che ricade vicino e dietro l’orecchio impercettibile a prima vista. Quando la patologia oncologica è a carico delle ghiandole salivari, sotto mandibolari e linguali o dove possibile pratico l’incisione all’interno della cavità orale o sotto la mandibola seguendo le linee del collo che ovviamente risulterà nascosta.
Se invece è presente nella parotide un tumore maligno, lo asporto tenendo conto di margini più ampi arrivando fino ai linfonodi qualora fossero coinvolti. In presenza di paralisi facciale (paresi) o di riscontro del tumore a livello del nervo facciale procedo con la sua asportazione e la sua contemporanea ricostruzione attraverso un innesto nervoso. In base allo stadio può infine essere necessario aggiungere la radioterapia e/o la chemioterapia postoperatorie.
La guarigione
La rarità di questi tumori rende molto difficile la raccolta di dati relativi ai risultati clinici. La sopravvivenza osservata a 5 anni varia dall’ 81.6%, al 90%, fino a raggiungere il 100%.
Dove ricevo
Napoli
Studio Privato
Via Mergellina 32
80122 Napoli
Caserta
Clinica Iatropolis
Via G. De Falco 23
81000 Caserta